Beato Battista Spagnoli, Carmelitano (1447 – 1516)
Supplica alla beatissima Vergine Maria
Gloria del mondo, Regina del cielo, Madre dell’Onnipotente, porto del genere umano,
dolce brezza nelle avversità, se richiamo alla mente i miei peccati, mi vergogno di aprire le labbra dinanzi a te.
Tu infatti non hai macchia alcuna. Sei più splendente dell’oro che l’orafo ha sottoposto dieci volte al fuoco ardente.
Infatti io sono sbattuto dalle onde logoranti del basso mondo, e le mie membra sono infangate di melma infernale.
Ma ogni volta che richiamo alla mente il tuo cuore di misericordia, la mia vergogna si attenua.
La speranza mi dà la certezza che tu vorrai essere buona e gentile e mi promette il tuo aiuto.
Perciò non disgustarti della mia impurità, concedimi sempre il tuo favore davanti al tuo Figlio.
Sottometti i miei sensi che cercano il piacere nei beni terreni che avvelenano la mente e spingono a male operare.
Fa’ che il celeste nutrimento sia gustoso alle mie labbra, fa’ che l’amor di Dio trafigga il mio cuore.
Fa’ che disprezzi la terra; fammi vincere l’inferno, con grande ira degli spiriti malvagi.
Sii la mia guida nei momenti critici dell’esistenza e non permettere che nessuno attenti alla mia vita.
Per la tua cura possa io ritornare al regno dei cieli e, toltomi il giogo di dosso, possa presentarti i miei voti.
Che il tuo Figlio, per la tua intercessione, custodisca me e la mia casa in ogni avversità.
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Il Beato Battista Spagnoli nacque a Mantova il 17 aprile del 1447 da padre di origine spagnola (da qui il cognome). Entrò tra i Carmelitani di Ferrara, professando i voti religiosi nel 1464. Maestro in teologia a Bologna (1475), svolse numerosi incarichi in vari conventi e per ben sei volte ricoprì l’ufficio di Vicario Generale della sua Congregazione di riforma (detta mantovana) e sul finire della sua vita fu Priore Generale di tutto l’Ordine (1513-16).
La sua attività non si limitò alla famiglia religiosa. Nel 1513 fu invitato a partecipare al Concilio lateranense; e nel 1515 incaricato da Papa Leone X della missione diplomatica per comporre la pace tra il re di Francia e il duca di Milano. Si distinse essenzialmente nello spirito e nella finalità di denuncia della dilagante corruzione dei tempi, ed espresse la sua ansia riformatrice con felici spunti letterari e con un vibrante discorso nel 1489 nella basilica vaticana davanti al Papa e ai cardinali. Tutto ciò non lo distoglieva dalla vita interiore e dalla speciale devozione alla Madonna.
Fu amico di insigni umanisti e di illustri personaggi dell’epoca, ben figurando nel mondo della cultura. Proclamato da Erasmo il “Virgilio cristiano” (più di 50 mila sono i suoi versi latini, oltre le opere in prosa) è da ritenersi tra i migliori poeti del suo tempo; ciò è anche attestato dalle numerosissime edizioni dei suoi scritti.
Visse per parte della sua vita nel Santuario di San Felice del Benaco, ove ne partecipò alla vita spirituale e artistica, lasciando suoi segni quali una delle forme nella composizione di Sant’Alberto.
Morì a Mantova il 20 marzo 1516. Il corpo, incorrotto, si conserva nella chiesa cattedrale di quella città. Il culto di beato venne confermato da Leone XIII il 17 dicembre 1885. Se ne celebra la memoria il 17 aprile.