Sabato dell’VIII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 11,27-33.
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farlo?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò anch’io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Ed essi discutevano tra sé dicendo: «Se rispondiamo “dal cielo”, dirà: Perché allora non gli avete creduto? Diciamo dunque “dagli uomini”?». Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta. Allora diedero a Gesù questa risposta: «Non sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Meditazione di Sant’Atanasio (295-373), vescovo d’Alessandria, dottore della Chiesa
Discorso contro gli Ariani, 2, 78-79
“Chi ti ha dato questa autorità?”
La sapienza di Dio in persona, il Figlio unigenito, ha creato e fatto ogni cosa. Infatti dice il salmo: “Tutto hai fatto con saggezza” (104,24)… Come la nostra parola umana è l’immagine della Parola che è il Figlio di Dio (cfr Gv 1,1), così la nostra sapienza è, pure lei, l’immagine del Verbo che è la sapienza in persona. Perché abbiamo in essa la capacità di conoscere e pensare, diventiamo capaci di accogliere la Sapienza creatrice, e per essa possiamo conoscere il Padre. “Chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre” (1Gv 2,23), e ancora: “Chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato” (Mt 10,40)… “Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione” (1Cor 1,21). Ormai Dio non vuole più, come nei tempi antichi, essere conosciuto attraverso immagini e ombre della Sapienza: ha voluto che la vera Sapienza in persona assuma la carne, diventi uomo, subisca la morte in croce, affinché in futuro tutti i credenti possano essere salvati dalla fede in questa Sapienza incarnata. Ecco la sapienza di Dio. Prima si faceva conoscere attraverso la sua immagine insita nelle cose create… ed in questo modo faceva conoscere il Padre. Poi essa, che è il Verbo, è diventata carne, come dice san Giovanni (1,14). Dopo aver distrutto la morte (1Cor 15,26) e salvato l’umanità, si è manifestata più chiaramente e, attraverso se stessa ha manifestato il Padre. E ciò le fa dire: “Che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv 17,3). Tutta la terra è stata dunque colmata della sua conoscenza. Poiché c’è una sola conoscenza, del Padre attraverso il Figlio, e del Figlio a partire dal Padre. Il Padre pone in lui la sua gioia, e il Figlio gioisce della stessa gioia nel Padre, come afferma: “Ero la sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante” (Pr 8,30).
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