Vangelo del giorno – Giovedì 9 Giugno 2016

Giovedì della X settimana delle ferie del Tempo Ordinario

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 5,20-26.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.  Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, Lascia lì il tuo dono davanti all’altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo! »

Meditazione del giorno Origene (ca 185-253), sacerdote e teologo
Sulla preghiera, 8-9; PG 11, 442-443

« Va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello »

Nessuno potrà ottenere qualsiasi cosa nella preghiera, se non pregherà con buone disposizioni e con fede retta. Non bisogna parlare molto; e neanche mettersi in preghiera adirati e con l’animo turbato. Non è concepibile come ci si possa dedicare all’orazione senza la purezza del cuore, né è possibile che chi prega ottenga la remissione dei suoi peccati, se prima non ha perdonato di cuore al fratello che gli chiede scusa per il torto che gli ha arrecato.
Prima di tutto sarà della massima utilità se colui che si dedica alla preghiera, per questo stesso fatto si mette di fronte a Dio e parla con lui con la consapevolezza che Dio è presente e lo guarda. Sappiamo che certe immagini delle cose rievocate nella memoria turbano i pensieri che nascono quando la mente vi riflette. È da credere invece che sia molto utile il ricordo di Dio presente, che scorge tutti i moti dell’anima, anche i più riposti, quando l’anima si dispone a piacergli, considerando colui che prova mente e cuore (Sal 7,10), in atto di penetrare ogni spirito.
Bisogna che chi prega alzi al cielo mani pure, perdonando tutte le ingiurie ricevute e allontanando dal suo animo ogni passione in modo da non essere adirato con alcuno. E chi dubiterà che questo stato d’animo sia il migliore, dato che lo insegna san Paolo nella prima lettera a Timoteo quando dice: « Voglio che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese » (1 Tim 2,8)?

fonte: http://vangelodelgiorno.org/