XIII Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 9,51-62.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui Gesù sarebbe stato tolto dal mondo, egli si diresse decisamente verso Gerusalemme e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio. Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Meditazione del giorno San Leone Magno (? – ca 461), papa e dottore della Chiesa
Discorso 71, sulla risurrezione del Signore; PL 54, 388
« Nessuno che si volge indietro è adatto per il regno di Dio »
Carissimi, Paolo, l’apostolo delle genti, non contraddice la nostra fede quando dice: « Anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne ora non lo conosciamo più così » (2Cor 5,16). La risurrezione del Signore non ha messo fine alla sua carne, l’ha trasformata. La sovrabbondanza della sua potenza non ha distrutto la sua sostanza; la qualità è cambiata, la natura non è stata annientata. Avevano inchiodato il suo corpo sulla croce; è divenuto inaccessibile alla sofferenza. Lo avevano messo a morte: è divenuto eterno. Lo avevano deturpato: è divenuto incorruttibile. E si può proprio dire infatti che la carne di Cristo non è più quella carne che avevamo conosciuta, perché non c’è più in essa traccia di sofferenza o di debolezza. Rimane la stessa nella sua essenza, ma non è più la stessa riguardo alla gloria. Perché stupirsi d’altronde che San Paolo si esprima così a proposito del corpo di Gesù Cristo quando, parlando di tutti i cristiani che vivono secondo lo Spirito, egli dice: « Ormai non conosciamo più nessuno secondo la carne ».
In questo, vuole dire che la nostra risurrezione è cominciata in Gesù Cristo. In lui, che è morto per tutti, tutta la nostra speranza ha preso corpo. Non c’è dubbio in noi, né reticenza, né attesa delusa: le promesse hanno cominciato a compiersi e vediamo già, con gli occhi della fede, le grazie di cui esse ci colmeranno domani. La nostra natura è stata elevata; allora, nella gioia, possediamo già l’oggetto della nostra fede…
Il popolo cristiano prenda coscienza dunque di essere « una creatura nuova in Cristo » (2 Cor 5,17). Capisca bene chi ha scelto e da chi è stato scelto. L’essere nuovo non torni nell’instabilità del suo stato di prima. Nessuno « che ha messo mano all’aratro » cessi di lavorare, ma vegli sul seme che ha seminato, e non si volga verso ciò che ha lasciato… Tale è la via della salvezza; tale è il modo di imitare la risurrezione cominciata in Cristo.
fonte: http://vangelodelgiorno.org/