Vangelo della Terza domenica di Quaresima

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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 16,19-31.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: « C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi ».

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Audio Lectio Divina sul vangelo della domenica (a cura di p. Simone Gamberoni)

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Meditiamo con l’arte

Bonvicino Alessandro, detto Il MORETTO – “Cristo e la samaritana al pozzo”

Olio su tavola, 286X368 cm (1525-1530)

Tutta la scena è concentrata sui due protagonisti . Il Moretto ci propone Gesù in una posa naturale e dinamica (anche il rosso mantello sembra scivolare dalle spalle) tutta protesa verso la Sammaritana, che è ormai totalmente attratta dalle straordinarie parole di Cristo e persa nel suo sguardo.

L’anfora dimenticata, sulla quale la Sammaritana si appoggia, dimostra quanto fosse totalmente assorta dalla divina rivelazione.

Il verde paesaggio circostante , fa da cornice alla profonda spiritualità della rappresentazione , mentre sullo sfondo s’intravvede una città , probabilmente Sicar.

(testo a cura di Michele Angarano)