(Ascensione di Maria, Tiziano 1480-1576)
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Sei lo splendore dei campi,
roveto e chiesa bianca
sulla montagna…
(Tratto da “Ascensione di Maria”, padre David Maria Turoldo, 1916 – 1922)
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Dal Vangelo secondo Luca 1,39-56.
In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; Ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
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Meditazione di San Giovanni Damasceno (ca 675-749), monaco, teologo, dottore della Chiesa Omelia 1 sulla Dormizione, 11-14
La vergine Maria “primizia e immagine della Chiesa, …per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza” (Prefazio)
O Madre di Dio, sempre vergine, la tua santa dipartita dal mondo è veramente un passaggio, un’entrata nella dimora di Dio. Esci dal mondo della materia, entri in “una patria migliore” (Eb 11,16). Il cielo ha accolto con gioia la tua anima: ” Chi è colei che sale dal deserto, sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole?” (Ct 8,5; 6,10)… “Il Re ti ha introdotta nelle sue stanze” (Ct 1,4) e gli angeli danno gloria a colei che è la madre del loro maestro, per natura e in verità secondo il piano di Dio…
Gli apostoli hanno portato il tuo corpo senza macchia, tu vera arca dell’alleanza, e l’hanno deposto nel santo sepolcro. E là, come attraverso un altro Giordano, sei giunta alla vera Terra promessa, voglio dire alla “Gerusalemme di lassù”, madre di tutti i credenti (Ga 4,26), di cui Dio è l’architetto e costruttore. Poiché la tua anima certamente “non è stata abbandonata negli inferi, né tanto meno la tua carne vide corruzione” (Sal 16,10; At 2,31). Il tuo corpo puro, senza macchia, non è stato abbandonato alla terra, ma sei stata portata nelle dimore del Regno dei Cieli, tu la regina, la sovrana, la signora, la Madre di Dio, la vera Theotokos…
Oggi ci avviciniamo a te, nostra regina, Madre di Dio e vergine; volgiamo le nostre anime alla speranza che sei per noi… Vogliamo onorarti con “salmi, inni, cantici spirituali” (Ef 5,19). Onorando la serva, diciamo il nostro affetto al Maestro comune… Oh regina, madre del buon Sovrano, getta il tuo sguardo su di noi; guidaci al porto senza tempesta del buon desiderio di Dio.
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Meditiamo con la pittura
“Ascensione di Maria”, del Tiziano (olio su tela, 690×360- 1516)
Testo critico a cura di Michele Angarano
I canoni della pittura Sacra dell’epoca vengono, in questo dipinto di Tiziano, sconvolti: scompare il tradizionale sarcofago, mentre la scena viene divisa nettamente in due zone.
La zona celeste, quella superiore, dove Maria trasportata su una nube e attorniata da una variegata schiera di angeli, e’ assunta in cielo, sotto il manto protettore di Dio Padre; e quella terrena animata dagli Apostoli che assistono attoniti all’evento miracoloso, mentre i loro corpi e le braccia si agitano in un eccitato turbamento.
Magistrali gli accodi cromatici. Un freddo cielo ceruleo, spezza in due le aree dei toni caldi, dove l’alternanza di luci e ombre esalta i rossi tizianeschi degli Apostoli e della Madonna.
Il dinamismo della scena crea un movimento ascensionale che porta fino alla figura del Creatore.
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Meditiamo con la poesia
Sei la palma di Cades,
orto sigillato per la santa dimora.
Sei la terra che trasvola
carica di luce
nella nostra notte.
Vergine, cattedrale del silenzio,
anello d’oro
del tempo e dell’eterno,
tu porti la nostra carne in paradiso
e Dio nella carne.
Vieni e vai per gli spazi
a noi invalicabili.
Sei lo splendore dei campi,
roveto e chiesa bianca
sulla montagna…
Non manchi più vino alle nostre mense,
o vigna dentro nubi di profumi.
Vengano a te le fanciulle
ad attingere la bevanda sacra,
e le donne concepiscano ancora
e ti offrano i loro figli
come tu offristi il tuo frutto a noi.
Amorosa attendi che si avveri
la nostra favolosa vicenda,
creazione finalmente libera”.